Non solo fiere ed eventi ma anche l’online per far conoscere e valorizzare il vino italiano all’estero.
È anche questo uno dei trend evidenziati dallo studio Il gusto digitale del vino italiano, che ha preso in analisi le prime 25 realtà vinicole italiane per fatturato.

Social media e siti aziendali vengono gestiti con crescente consapevolezza e presidiare i canali web attraverso i quali buyers e consumatori internazionali si informano, selezionano etichette e acquistano è diventato imprescindibile.
Gli obiettivi per i quali le aziende scelgono di investire nella loro presenza digitale sono molteplici. Il web, infatti, passa dall’essere una semplice vetrina a un nuovo strumento di promozione per stimolare acquisti e turismo enogastronomico, da mezzo per diffondere informazioni su azienda e prodotti a leva per instaurare un dialogo diretto con i consumatori e attirare nuove fasce di pubblico, sia in Italia che all’estero.


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Cogliere le opportunità digitali per rafforzare la crescita del vino italiano all’estero

In base ai dati presentati al Vinitaly 2018, il 20% delle esportazioni mondiali sono di vino italiano e nel primo semestre 2018 l’export ha registrato un +4% rispetto a un anno fa.
Veneto, Toscana e Piemonte si confermano ai primi posti per fatturato così come i vini spumanti, che continuano a trainare il settore (+14%).
I segnali più incoraggianti arrivano da Svizzera, Germania, Francia e Svezia, in lieve calo Usa, Regno Unito e sopratutto la Cina a causa del fermento intorno alle politiche doganali. Sia il paese asiatico che gli Stati Uniti restano comunque dei mercati strategici: il primo ha raddoppiato i suoi consumi negli ultimi 15 anni, il secondo continua ad essere il primo mercato mondiale.

In uno scenario in cui le aziende guardano con interesse oltre confine, il digitale rappresenta dunque una risorsa per “educare” i consumatori stranieri e promuovere i valori e la cultura del vino italiano all’estero.
Il punto di partenza è sicuramente la lingua e i dati dello studio citato sopra lo confermano: il sito di quasi tutte le aziende analizzate (24 su 25) è in almeno due lingue, tipicamente italiano e inglese, e l’importanza dell’area centrale dell’Europa è testimoniata dalla diffusione dei siti in tedesco (1 su 3), tra le lingue straniere più utilizzate.

dati su lingue usate in siti di cantine che vendono vino all'estero

Assodato che non si possa fare a meno di parlare inglese, in termini di presenza digitale, adattarsi alla lingua dei mercati più promettenti che si vogliono approcciare non basta.
La chiave per il successo del vino italiano all’estero, infatti, non dipende solo da questioni linguistiche ma dalla capacità di ogni azienda di comunicare i valori e l’eccellenza dei propri prodotti tramite gli strumenti che il web mette a disposizione.

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Strumenti e strategie per farsi conoscere oltre confine

A partire dai tasselli indispensabili, ecco alcuni consigli pratici per le aziende vinicole interessate a presidiare i canali web per fare conoscere il loro vino oltre confine:

 

Creare un sito multilingua

Non basta tradurre nelle lingue dei Paesi ai quali si vuole puntare, bisogna farlo professionalmente e rispettando i canoni della scrittura per il web. Un testo tradotto in maniera corretta, infatti, non è detto che sia un testo adatto al web e in grado di ottenere un buon posizionamento nei motori di ricerca.
L’obiettivo di un sito multilingua non è solo fornire informazioni su azienda e prodotti ma anche attirare traffico di nuovi potenziali clienti, chi se ne occupa dovrebbe quindi avere competenze specifiche sia in termini di conoscenza linguistiche che di web copywriting.

Piuttosto che tradurre l’intero sito, un’altra possibilità interessante è quella di creare delle landing pages dedicate, dei veri e propri mini siti nella lingua dei mercati che si vogliono approcciare.

 

Presidiare i motori di ricerca locali

In occidente è Google, in Giappone è Yahoo!, in Cina è Baidu, in Russia è Yandex.
In parallelo al punto precedente, affinché un sito sia funzionale a far scoprire il vino italiano all’estero, è necessario che sia ottimizzato per i motori di ricerca dei Paesi target e sfrutti le parole chiave più rilevanti per quei mercati.
Se un sito in italiano è ottimizzato per la parola chiave “nero d avola”, ad esempio, lo stesso sito in inglese potrebbe sfruttare la parola chiave “red wine from sicily”, supponendo che un utente straniero non conosca il nome esatto del vitigno ma sia alla ricerca di un vino rosso tipico della Sicilia.

persone studiano mappa per vendere vino all'estero

Realizzare contenuti ad hoc per ogni paese target

Tradurre le brochure da portare in fiera, il sito o i comunicati stampa nella lingua dei potenziali clienti è lo stretto indispensabile per far conoscere il vino italiano all’estero.
Il web permette di avvicinare aziende e potenziali clienti e, se si vogliono sfruttare a pieno gli strumenti digitali, ecco qui altre due idee:

  • creare una pagina Facebook tramite la quale condividere contenuti specifici per ogni paese target, al fine di creare un canale di comunicazione diretto con i consumatori finali;
  • ricercare e partecipare attivamente alle community Facebook o Linkedin che raggruppano i principali buyers di quel paese.
    La scelta dei social (e degli Shop) da presidiare dipende da obiettivi di business, clienti ideali ed eventuali accordi commerciali già in essere con partner internazionali.

 

Curare la newsletter

Si sa, le fiere restano il contesto ideale per incontrare buyers internazionali e scambiare biglietti da visita. E se alla prossima fiera, al posto del biglietto da visita, chiedessimo al nostro interlocutore di lasciarci la sua email e acconsentire alla ricezione della nostra newsletter?
In un settore nel quale gli affari si fanno tradizionalmente faccia a faccia, la vecchia e cara email permette di mantenere un dialogo costante sia con i clienti acquisiti che con i nuovi contatti.
Così come i contenuti condividisi sui social media, per essere efficace la newsletter dovrebbe offrire al lettore qualcosa in più: non solo news su azienda e prodotti ma anche trend di settore, eventi in programma e rubriche.
Dopo l’invio, inoltre, l’analisi del tasso di apertura e dei click permette di avere un’idea di quali siano gli argomenti più interessanti e i potenziali clienti più caldi.

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