E-commerce agroalimentare: la guida completa

Il 2020 ha segnato l’inizio di una nuova era per l’ecommerce agroalimentare, diventato definitivamente uno dei canali che ogni azienda o piccolo produttore del settore Food&Beverage dovrebbe tenere in considerazione per vendere online prodotti alimentari.
In questa guida analizziamo tutti gli aspetti da considerare – dal modello di business alla logistica, dal marketing alla normativa – prima di tuffarsi in un mondo apparentemente semplice: la vendita di prodotti alimentari online.

Tipici prodotti acquistabili su un ecommerce food

Quali sono gli ecommerce food in Italia?

Se ti interessa conoscere quali sono gli ecommerce food attualmente operativi in Italia, seleziona la regione che ti interessa usando la mappa sotto oppure scegli in base alla categoria:

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Quali tipologie: ecommerce proprietario o marketplace?

Fino ad ora abbiamo parlato di ecommerce agroalimentare in maniera generica ma, all’interno del settore, è obbligatorio operare una grande e decisiva distinzione, quella tra ecommerce proprietario e marketplace. I due termini corrispondono a modalità decisamente differenti di vendere prodotti alimentari online, in particolare:

  • un ecommerce proprietario è a tutti gli effetti il negozio online dell’azienda, il suo punto vendita digitale. Al suo interno l’azienda decide prodotti, prezzi e contenuti ma deve anche pensare a tutte le attività correlate alla vendita. Il rapporto con il cliente è diretto;
  • un marketplace è una piattaforma che raccoglie i prodotti di diverse aziende e fa da intermediario tra venditori e acquirenti. Il sito definisce le condizioni di vendita e applica delle commissioni sul venduto ma si occupa anche di tutte o parte delle attività pre e post vendita. In questo caso il rapporto tra l’azienda che opera sul marketplace e il cliente finale è indiretto.

Scaffali di un supermercato, la versione offline di un marketplace per la vendita di prodotti alimentari online

Pro e contro

È evidente che, per un’azienda che si affaccia nel mondo dell’e-commerce agroalimentare, scegliere la strada del sito di proprietà comporta dei livelli di complessità superiori rispetto all’essere presente su uno o più marketplace. Logistica, assistenza clienti e marketing, nonché la realizzazione stessa del sito, sono gli aspetti più delicati (e costosi) dei quali tener conto.
I marketplace, al contrario, sono spesso portali specializzati in determinate categorie merceologiche (prodotti tipici, biologici, ecc), che hanno già una presenza online – e del traffico, si spera – e dei meccanismi collaudati per il coordinamento di tutti i processi che implica la vendita di un prodotto alimentare online: dal trasporto alla gestione dei resi, dalla pubblicità agli obblighi normativi.

D’altra parte è anche vero che essere presenti su un marketplace significa competere con centinaia di aziende e migliaia di prodotti. Amazon vi dice qualcosa?
Il rischio è quello di battagliare esclusivamente sul prezzo, limitando il contributo di marca, territorio e di altri fattori nel processo decisionale del cliente, elementi che un sito di proprietà può maggiormente mettere in evidenza.
Anche i margini si riducono: da una parte perché un marketplace fa pagare i suoi servizi con una commissione variabile su ogni vendita, dall’altra perché in questo scenario competitivo è facile cadere nella tentazione del prezzo al ribasso.

Iniziare a vendere prodotti alimentari online implica una serie di considerazioni; tuttavia, per poter davvero stabilire quale modalità è più adatta alla propria azienda, è necessario analizzare singolarmente tutti gli aspetti dell’ecommerce food.

 

Come fare: aspetti da considerare per aprire un e-com agroalimentare

 

Prodotto

Come suggerisce Shopify in questo articolo, testa innanzitutto la fattibilità dell’idea.
C’è mercato per il prodotto? Le caratteristiche del prodotto, e le conseguenti modalità di conservazione e trasporto, lo rendono adatto alla vendita online? Qualcuno lo sta già vendendo? Se i competitor sono tanti, come potresti differenziarti? Lavorando sugli ingredienti o magari facendo leva su packaging e comunicazione per approcciare determinate nicchie di consumatori o momenti di consumo (pre palestra, post pasto, cena con amici, …)?
Prima di sognare di vendere il tuo prodotto online, rispondi a tutte queste domande.

Nel prossimo paragrafo approfondiremo, per esempio, le considerazioni da fare per vendere prodotti biologici online.

Tavola imbandita con prodotti acquistati tramite un e-commerce agroalimentare

Vendere prodotti bio

Non sarai di certo il primo, e questo è già un indicatore del fatto che sia possibile farlo. Il mercato esiste e, se esiste, di conseguenza sussistono le condizioni logistiche e normative per operare. Lo sforzo più grande sarà quindi trovare il modo per differenziare il tuo prodotto, inteso non solo come bene fisico ma come insieme di significati e standard di servizio che la tua azienda è in grado di comunicare (e far apprezzare) al cliente.
Qui sotto qualche idea sulle possibili leve per differenziare un pomodoro biologico da un altro.

Grafica che elenca le possibili leve da usare per vendere un pomodoro biologico online

Bio o non bio, dopo che avrai definito le “caratteristiche del prodotto” (in termini markettari la value proposition), è ora di passare agli aspetti legali.

Normativa

E qui si apre un mondo, perché chi vuole iniziare a lavorare nell’e-commerce agroalimentare deve rispettare una normativa di base e una specifica, che dipende dal tipo di prodotto e riguarda prevalentemente il trasporto di alimenti deperibili.

Le principali norme di base delle quali tener conto sono:

Per quanto riguarda la normativa sui prodotti freschi, il testo di riferimento è il cosiddetto Accord Transport Perissable (ATP), un accordo internazionale che definisce “deperibili” i seguenti prodotti:

  • Tutti i latticini (latte alimentare, pastorizzato, burro, formaggi)
  • Carni congelate
  • Carni o salumi freschi
  • Frutta e verdura fresca
  • Pasta fatta in casa o fresca
  • Pesce
  • Uova

La migliore guida sull’argomento online è disponibile qui.

Logistica

Magazzino, imballi, gestione ordini, spedizioni, resi. Dietro la vendita di prodotti alimentari online ci sono una serie di processi da considerare, che diventano ancora più complicati se si lavora anche con l’estero.
Qual è il più importante per il consumatore finale? Probabilmente la spedizione.
Qual è il più importante per te? Probabilmente la gestione del magazzino.
In ogni caso, occorre dedicare la giusta attenzione anche a tutto ciò che sta in mezzo, tra la ricezione e la consegna dell’ordine, perché ogni eventuale intoppo lungo il processo può impattare sul risultato finale: la soddisfazione del cliente.

Purtroppo per chiunque decida di fare food ecommerce, per ogni persona che effettua un acquisto online il punto di riferimento è Amazon, sinonimo di velocità e sicurezza. Per cercare di somigliargli, dovrai:

  • magazzino: mantenere sotto controllo l’assortimento e la rotazione della merce;
  • preparazione: ideare degli imballaggi adatti non solo a preservare l’integrità del prodotto;
  • spedizione: trovare un vettore rapido e “accessoriato”, che offra servizi complementari come tracking, consegna in orari a scelta e spedizione rapida;
  • reso: determinare politiche di reso incentivanti.

Cliente che ha appena ricevuto un prodotto ordinato tramite un e-commerce agroalimentare

Per ciascuno dei punti sopra, se non vuoi gestire tutto internamente, potresti dover trovare un partner specializzato che ti supporti nell’esecuzione di tutte le attività connesse all’ecommerce agroalimentare. Vediamo insieme di che tipo di collaborazioni stiamo parlando.

Magazzino

Ci sono aziende che lo fanno per te e che, tra l’altro, potrebbero trovarsi in una posizione geografica migliore rispetto alla tua per gestire le spedizioni.
Immagina di dover spedire delle arance ogni giorno a Roma. Una spedizione parte da Ribera, nell’agrigentino, a poco più di 100km di strada statale da Palermo, e una da un magazzino a Bologna. Quale arriva prima?

Non è solo questione di località e conseguente connessione a direttrici di trasporto (autostrade, ferrovie, aeroporti), un magazzino in outsourcing è gestito da società specializzate in tutte le attività critiche per un ecommerce food e che per te potrebbero rappresentare una novità: dall’organizzazione delle aree di stoccaggio all’etichettatura, dal picking alla gestione delle scorte. Considera che, per gestire tutto questo internamente, non saranno necessari solo spazio e competenze ma anche uno o più software dedicati, delle piattaforme che ti permettano di monitorare tutto ciò che succede in magazzino.

Ricordati che a differenza della classica vendita a intermediari, più semplice da gestire direttamente perché comporta ordini abbastanza regolari in termini di tempi e volumi, la vendita di prodotti agroalimentari online è altalenante, frammentata, basata su piccoli colli e fortemente dipendente dalle promozioni.

È ovvio che anche la grandezza del business influenza la scelta tra magazzino interno o in outsourcing: se hai un negozio online con pochi prodotti, gestire un ordine non sarà molto difficile; se hai molti prodotti e ricevi molti ordini, trovare quello che cerchi in magazzino potrebbe essere più complicato.

Scatole nel magazzino di un'azienda che vende prodotti agroalimentari online

Imballaggi

Sei abituato a vendere in vaschette, cassette, scatole, fusti? Anche – ma non solo – in base alle tue scelte di marketing, potresti dover rivedere le tue decisioni in materia di imballaggi. È un po’ come quando entri nella grande distribuzione e il buyer di turno ti chiede di rivedere la grammatura, il formato o il packaging del prodotto. In questo caso, quando inizi a fare e-commerce agroalimentare, sei il buyer di te stesso.

Oltre che per preservare l’integrità del prodotto, non sottovalutare l’importanza di studiare appropriatamente il packaging anche in base a:

  • dove verrà conservato;
  • come verrà trasportato;
  • a che temperature sarà esposto;
  • i tipi di imballaggio necessari: primario, secondario, terziario;
  • eventuali altre caratteristiche in grado di influenzare le scelte d’acquisto del cliente: sostenibilità, riutilizzabilità, maneggevolezza, estetica, ecc.

Spedizione

Indipendentemente dalle scelte in materia di magazzino e imballaggi, la spedizione di un e commerce agroalimentare non può che essere affidata a terzi. Sappi che potresti dover ricorrere a più corrieri, in base all’area geografica, alla dimensioni del pacco o ai servizi aggiuntivi richiesti dai clienti (consegna rapida, programmata o in punti di raccolta), che qualche compagnia potrebbe offrire e qualcun’altra no.
Alcune piattaforme digitali permettono di gestire facilmente tutto questo, monitorando anche i prezzi dei corrieri in tempo reale in modo che tu possa scegliere di volta in volta quello che ti conviene di più.

Resi

Torniamo in magazzino. Sì, perché i resi vanno gestiti lì. Fortunatamente, in teoria la vendita di prodotti alimentari online è decisamente meno soggetta a questo rischio (per il venditore) rispetto ad altri settori, abbigliamento in primis. Del resto il cliente non può assaggiare qualcosa e poi rimandarlo indietro come se fosse un maglione un po’ meno aderente del previsto. Ve lo immaginate?
In ogni caso, la possibilità di reso deve esserci per legge come stabilito dal Codice del Consumo (art.52-59), e il valore aggiunto sta nelle condizioni che ogni venditore stabilisce in termini di durata (minimo 14 giorni) e costi.
Internamente, l’ideale sarebbe non solo destinare un’area del magazzino ai resi ma, sopratutto, capire il perché un prodotto è stato rimandato indietro.

Tutto il resto

Gli altri aspetti da considerare sono:

  • marketing
  • supporto clienti
  • tecnologia

Stiamo lavorando a un approfondimento per ciascuno dei punti sopra, registrati qui se vuoi essere avvisato non appena l’articolo completo sarà pronto.

 

Immagini di copertina di Pavel Danilyuk e Luna Lovegood da Pexels e Peter Bond, Daily Nouri e Jake Nebov da Unsplash